Uno Sguardo
Verso Il Cielo

Potremmo essere rossi, arancioni o gialli, ma qualsiasi colore siamo mettiamoci un po’ di testa.

di Gianfranco Gonella Il Mito Ostinato

Cari amici bradipolettori, siamo arrivati all’ultimo appuntamento con questa rubrica per quel che riguarda quest’anno.
È stato indubbiamente un anno difficile, non ce lo avevamo immaginato così quando avevamo stappato lo spumante brindando insieme nella notte di san Silvestro, eravamo tutti allegri, fiduciosi sul futuro, avevamo messo in cantiere diversi progetti da realizzare con il nuovo anno.
C’erano le condizioni per far bella figura agli Europei di calcio, ci aspettavano le Olimpiadi, anche queste ricche di speranze.
E poi la programmazione, per quel che mi riguarda personalmente, di un paio di viaggi alla scoperta delle bellezze che il nostro pianeta, la Terra, ancora ci riserva.
Paolo Fox ci aveva predetto che sarebbe stato un anno memorabile, sotto tutti i punti di vista…e, in fondo, ha avuto ragione: è stato proprio un anno memorabile, incancellabile dalla nostra memoria.
Tutto avrei potuto immaginare, ma non certo quello di vivere all’interno di una pandemia che ha sconvolto il nostro essere quotidiano, che ci ha costretto all’immobilità, che ha messo in evidenza tutte le nostre debolezze ed ha accentuato, se ancora non fosse stato chiaro a qualcuno, tutte le carenze che il nostro sistema Stato aveva e che, purtroppo, ancora ha.
Già, perché si fa presto a dire che siamo carenti di tutto, ma nel corso degli anni, quanto abbiamo fatto per impedire, o meglio, migliorare questo stato di cose?
Ogni volta che veniva formulata la legge di bilancio, finché non toccava il nostro portafoglio, non ci siamo mai interessati più di tanto.
Se tagliavano fondi alla scuola e non avevamo figli in età scolare in fondo cosa ce ne fregava?
E se tagliavano i fondi alla ricerca facevamo un sms solidale durante una delle trasmissioni per raccolta fondi e ci mettevamo l’anima in pace.
E poi sono sano come un pesce, mai un giorno di mutua, per quella volta che ho bisogno del dottore che sarà mai?
Proprio così, nel nostro essere cazzisuisti non ci siamo mai preoccupati più di tanto…fino ad oggi.
Perché oggi siamo tutti coinvolti, come dalla canzone del maggio di Fabrizio de Andrè dall’album “Storia di un impiegato” del 1973.
E tutti dovremmo capire che gli sforzi che si fanno per uscire da questa situazione anomala dovrebbero essere comuni, dovremmo aver capito, dopo il primo lockdown, che la soluzione adottata in quel periodo, cioè il distanziamento, le mascherine e il NON affollamento, era stata, ed è tuttora, la soluzione più indolore ed efficace, in attesa di un vaccino che chissà quando arriverà per tutti.
Infatti lo hanno capito bene i gestori degli impianti di risalita di Cervinia che, di fronte ad una chiusura forzosa, hanno pensato bene di “taroccare” le immagini delle webcam meteorologiche, cancellando in maniera molto approssimativa, le persone che affollavano la stazione sciistica, con dei pixel grigi dall’effetto nebbia, come potete vedere nella foto di questo mio articolo.
Ma la cosa più sconcertante è stata che, dopo che sono stati scoperti con le dita nella marmellata, si sono giustificati dicendo che le persone presenti altro non erano che gli atleti che si stavano allenando in vista delle gare per la coppa del mondo di sci.
Bisognerebbe raggrupparle tutte le giustificazioni improbabili date da tanti, troppi direi in questi tempi, e pubblicare un libro: diverrebbe in poco tempo un best seller, una Treccani della scusa, da lasciare ai posteri come una nuova Divina Commedia, o magari spedirla nello spazio per essere raccolta da altri esseri intelligenti per fargli fare sonore risate, se non ci fosse da piangere.
Con oltre 600 morti al giorno andiamo ancora a discutere l’apertura o la chiusura delle piste da sci.
Facciamo finta che quest’anno, come già altre volte, non abbia nevicato e rimettiamo gli sci in composta, in fondo cosa ci costa.
Una rinuncia oggi può servirci per la ripresa di domani, perché noi ad un domani ancora ci teniamo, indipendentemente se siamo rossi, arancioni o gialli.
Chiudo qui augurandovi comunque un sereno Natale e, se lo guarderete, siate benevoli anche con Paolo Fox, in fondo il nuovo anno non potrà essere peggiore di questo, o no…dipende da tutti noi.
Il brano scelto per il titolo è delle Orme, tratto dall’album Collage del 1970, disco che segnerà la svolta musicale del gruppo veneziano verso il Progressive Rock. A presto.

⇒ Foto: zazoom.it ≈ Prossimo Appuntamento: Martedì 12 Gennaio

6 Comments

  1. Claudio Savergnini Reply

    Mio caro Gianfranco, chiudiamo pure questo anno e archiviamolo al più presto! Se vai a rivedere l’incipit del mio intervento sul tuo articolo del 7 gennaio scorso scoprirai quanto io sia stato profetico… sicuramente meglio di Paolo Fox! Invece, parlando ora di cose serie, volevo farti presente che, alle contestazioni scaturite dalle foto che tu hai messo a corredo di questo articolo, il presidente e amministratore delegato della Cervino Spa, Matteo Zanetti, aveva inizialmente cercato di giustificare l’occultamento della folla con la scusa di tutela della privacy. A parte il fatto che se fosse valida una simile motivazione quella telecamera non avrebbe dovuto lasciarla installare e vabbè…. ma se poi guardassimo bene la foto non “mascherata” ci accorgeremmo che, in mezzo a quel mucchio di gente, nessuno di noi riuscirebbe a riconoscerci persino i propri figli, anche se fosse certo che si trovano lì; questo tanto per capire che, per quanto intelligenti e istruiti siano certi personaggi, non desisteranno mai dal provare a farci passare impunemente per fessi. Il presidente ha poi cambiato versione adducendo un problema tecnico (webcam guasta?) e intanto fra web e giornali quelle due foto han fatto il giro del mondo in modo che molti esperti di videoriprese hanno potuto giudicare la pochezza di questa ulteriore congettura. Solo quando un assessore della Regione ha esternato pubblicamente il suo disappunto dicendo: “E’ un grave danno di immagine per tutta la Valle d’Aosta…” il presidente Zanetti, dubbioso se evocare ancora un complotto pluto- giudaco-massonico oppure direttamente gli UFO, e trovatosi ormai a corto di argomenti sensati, ha rassegnato le proprie dimissioni.
    Che dire? Ben venga che una volta tanto qualcuno abbia il coraggio di dimettersi, però poverino… io al posto suo avrei approfondito meglio sull’umore dell’assessore…. in fondo non è remota la possibilità che le parole del politico si riferissero, infine, solo al “danno di immagine” della telecamera! Una bella carriera guastata per una questione semantica?
    Solitamente mi permetto di aggiungere un mio contributo musicale sul tema dell’articolo ma non questa volta, perché il brano odierno rispecchia esattamente il mio stato d’animo: “Uno sguardo verso il cielo” è la perfetta l’immagine di me quando alzo gli occhi al cielo dopo la lettura di certe notizie e delle successive giustificazioni….

  2. Andrea Reply

    Ciao Gian. Personalmente vedo la questione sci come dare il cashback e poi lamentarsi se c’è affollamento. Cioè cercare di liberalizzare la circolazione per far girare l’economia per evitare di dare ristori che forse non ci sono sperando che i cittadini si auto regolino. Impresa impossibile. Aguri per un Felice Natale.

  3. Gian Reply

    Carissimi, grazie per i vostri interventi. Venendo al succo del mio articolo, la scelta di parlare dell’affollamento delle piste da sci altro non era che una scusa per evidenziare, se ancora non fosse stato sufficiente, di come noi umani siamo capaci di aggirare le regole, se queste non ci sono favorevoli.
    Per cercare di salvare le nostre vite quando siamo al volante abbiamo dovuto introdurre l’obbligatorietà di indossare le cinture di sicurezza, e così abbiamo prodotto magliette che avevano le cinture disegnate sopra, per ingannare alla vista, eventuali posti di controllo.
    Per cercare di diminuire i morti per cancro siamo dovuti ricorrere ad una legge che vietava il fumo nei luoghi chiusi come cinema e ospedali, tanto per citarne due a caso.
    Ora invece ci troviamo di fronte ad un nemico subdolo che colpisce nel mucchio, senza guardare in faccia nessuno e per contrastarlo la soluzione più indolore è il distanziamento, la mascherina , l’evitare il contatto diretto, gli spostamenti senza giusta causa, insomma niente di tanto difficile.
    Eppure, pur di andare contro, anche qui riusciamo a farci del male. Gli assembramenti di questi giorni prefestivi nelle vie dello shopping ne sono un esempio.
    E allora ecco che tutti ci lamentiamo, i governatori delle regioni che si lamentano della situazione sanitaria locale, ma non prendono provvedimenti mirati e aspettano che a farlo sia il governo, così per poter dire che l’obbligo non è colpa loro; gestori di locali che sembrano i vecchi imbonitori dei circhi “Entrino signori, entrino…più gente entra più bestie si vedono”; treni e aerei presi d’assalto per un fuggi fuggi generale fosse questa situazione la fine del mondo annunciata come nel film “Miracolo a Milano” del 1951.
    Quindi, per concludere, le taroccature delle telecamere volevano essere solo una scusa per far capire che, anche di fronte ad oltre 600 morti al giorno, l’importante è fregare lo Stato, dimenticando che lo Stato siamo noi e che, per stare meglio domani, qualche sacrificio oggi è necessario, e in fondo 600 è solo un numero e se lo sentiamo è solo perchè noi non siamo stati ancora coinvolti.
    Ma siamo umani, e lamentarci, in tutti i sensi, è nel nostro DNA.
    La canzone “Uno sguardo verso il cielo” l’ho scelta con la speranza che in questi giorni dal cielo scenda una lunga e incessante pioggia, tale da farci restare in casa, che ci faccia venire meno la voglia di uscire.
    Come il replicante di “Blade runner” sotto l’acqua che recita il suo monologo: “Ho visto cose che voi umani…”
    Buone feste a tutti.

  4. Gian Reply

    Faccio solo una correzione a quanto sopra scritto: il film che volevo citare è “Il giudizio universale” del1961. Mi scuso con tutti gli appassionati di cinema.

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