Settembre

Nel piccolo borgo marchigiano di Montefiore dell’Aso, la fiera d’autunno segna la fine dell’estate, una storia ultracentenaria.

Passa agosto e l’aria di vacanza. I turisti ripartono e chi non abita stabilmente a Montefiore dell’Aso torna nelle proprie città. È questo settembre in un piccolo borgo. Chi rimane si gode gli ultimi scampoli di estate e la luce diversa nei vicoli che solcano il paese. La vecchia fiera d’autunno da il passo verso la chiusura della bella stagione. La sua storia ultra centenaria testimonia l’importanza del paese che la ospita. Ed oggi appare ancora più importante in quanto, oltre al tradizionale mercato fuori dal borgo, nel centro di esso selezione di prodotti alimentari, biologici e vasto assortimento di artigianato artistico. La tradizione antica si lega a quella contemporanea dando la possibilità ai giovani e ai meno giovani di conoscere ed essere attivamente partecipi alla creazione di piccoli oggetti artigianali.

Per questo appuntamento estivo vi lascio con un po’ di latino. Piccola parte del vecchio statuto comunale del 1500. Un verso riprodotto anche nello stemma comunale.

Flora locum tenuit,
quin nunc de nomine florum.
Dicitur insignis nobilitate virum.
Temperies summi facit, et clementia Coeli
Ut morbi fugiant, corpora sana fiant.
Ubertim frumenta Ceres, suavissima Bacchus
Vina oleas fundit sancta Minerva suas.

La traduzione in italiano del testo in latino, suona all’incirca così:

Flora ha tenuto un posto di rilievo,

ma che ora stanno parlando il nome dei fiori.

Si tratta di un rango distinto.

Alta temperatura rende anche i cieli come memoria di calcio, quando i corpi di persone sane.

Pane di grano abbondanze, olive, vino molto dolce a Bacco versa santa Minerva.

RINALDO BELLEGGIA

Foto: Infioratamontefiore.it – germogliocoop.com
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