Sciare

Dopo che dalla mia regione – il Piemonte – c’è stato concesso il permesso di muoverci con più libertà, sono finalmente andato in montagna… Non a sciare, ma alla baita di cui altre volte ho avuto modo di scrivere…

Cari amici bradipolettori, come quasi d’abitudine questa rubrica viene pubblicata in ritardo rispetto alla data stabilita per la sua uscita. È la mia caratteristica bradipa quella di aspettare l’ultimo momento per scrivere qualcosa, ho bisogno fino all’ultimo di trovare un’ispirazione che sia attuale e, soprattutto, interessante.
Se poi si aggiunge che, finalmente e con le dovute cautele, ci si può nuovamente spostare, ecco che il tempo ti sfugge di mano e impegni si sommano a impegni. Così, non so se capita anche a voi, capita di non sapere più “che giorno è, che anno è” come cantava Lucio Battisti. Gli effetti della forzata, ma giusta, quarantena, almeno nel mio caso, hanno portato proprio a questo: non mi rendo conto del tempo che passa. Così, adesso che anche nella nostra regione, c’è stato concesso il permesso di muoverci con più libertà, sono finalmente andato in montagna.
Non a sciare, come dal titolo di questo articolo, ma alla baita di cui anche altre volte ho avuto modo di scrivere. Avendo un calendario perpetuo dove il giorno viene indicato da dei pernetti colorati che manualmente ogni giorno si spostano su una tavoletta, mi sono reso conto che l’ultima volta che mi ero recato lì per qualche giorno, era a fine agosto 2019.
Vi lascio immaginare l’altezza dell’erba che ho trovato: una giungla da abbattere col machete. E così eccomi alle prese con falcione e decespugliatore fino a quando quest’ultimo mi ha abbandonato, rompendosi. Devo rientrare per andare a cercarne uno nuovo: in questo modo, andando in giro a cercarne uno che mi possa andare bene, perdo di vista l’impegno bradipo al quale ora cerco di rimediare. Allora, avete per caso fatto anche voi la dichiarazione dei redditi? Se si, utilizzando il modello precompilato inserito nel sistema dall’agenzia delle entrate, avrete notato che, quest’anno, è presente una novità.
Se si vuole è possibile scaricare la destinazione delle imposte pagate nel 2018, indicate nella dichiarazione del 2019. Se non le avete scaricate, fatelo, e, se non avete fatto la dichiarazione essendo dati consultabili per tutti, andate comunque a vederli. Personalmente nel 2018 ero nell’ultimo mio anno di mobilitò, percependo quindi uno stipendio ridotto e non ancora una pensione. Praticamente quell’anno le mie imposte, mal contando, sono state circa un terzo di quanto normalmente avrei pagato se avessi avuto uno stipendio completo o, nel mio caso, avessi percepito l’assegno pensionistico.
È un bel prospetto, con grafico a torta, che riesce a dare la consapevolezza di quanto, e come, le nostre tasse sono distribuite sui vari servizi forniti dallo Stato, dalla Regione, dal comune di residenza. Andate a vedere, basta entrare nel sito dell’agenzia con il vostro PIN e lo potete consultare e scaricare. Le voci di uscita sono messe in ordine decrescente, partendo dalla previdenza, poi da quanto destinato alla sanità, per concludersi con quanto destinato al territorio.
Non la voglio fare ancora lunga: quell’anno, per me che come ho già scritto, ho percepito un reddito di circa un terzo rispetto a quanto avrei preso se fossi stato ancora al lavoro, o nel mio caso, già in pensione, guardando le cifre leggo che, per esempio, alla previdenza e alla sanità pubblica, sono stati destinati circa il 50% delle mie imposte, più di 1000 euro, e lo ribadisco, quell’anno il mio stipendio era ridotto.
Alla luce di quanto accaduto in questi mesi di pandemia, vedendo le scene di emergenza nella quale le nostre strutture sanitarie pubbliche si sono dovute districare, non posso fare a meno di maledire quanti, e in tutti i modi possibili, dal più piccolo al più grande, hanno evaso le tasse, rubando a tutti noi.
Se penso a quel noto personaggio che per le sue televisioni, ha evaso qualcosa come 368 milioni di dollari, e per questo è stato condannato in via definiva, se penso a quell’altro che si fa fotografare da tutti e dappertutto (potesse anche al cesso…) che non ha ancora giustificato qualcosa come 49 milioni di euro; di come un presidente di regione, nello specifico la Lombardia, sia stato condannato per aver distratto 56 milioni con la fondazione Maugeri, soldi destinati ala sanità pubblica riversati ai privati, altre che alle proprie tasche, di come un potente capo di partito, riconosciuto colpevole in tutti i gradi di giudizio, per aver incassato tangenti miliardarie fugga in uno stato dove non vi è estradizione e che i soliti noti ora definiscono “esule”, e si potrebbe continuare ancora per molto, beh, permettetemi, guardando certe cifre e guardando quanto io ho pagato, la mia “Sferociclosi” è notevolmente aumentata.
Ma tant’è, lo ribadisco, noi nel nostro subconscio, abbiamo la memoria corta e, nel nostro essere, come popolo, ne di destra e ne di sinistra, ma profondamente “cazzisuista”, dopo una indignazione legata al momento, torneremo a fidarci di chi la sparerà più grossa, l’importante che la sparata, a parole, sia a nostro favore e non a quello della collettività, per tornare poi a maledirli quando ci recheremo ad uno sportello comunale, ad un ufficio postale, ad un pronto soccorso o a prenotare una visita specialistica.
E faremo i complimenti a chi riesce ad evadere, definendoli furbi, e, come il Tafazzi continuiamo a batterci il basso ventre con la bottiglia.
Vi lascio come al solito con il video della canzone che dà il titolo all’articolo: è dei Pinguini Tattici Nucleari, tratta dal loro album “Gioventù bruciata” del 2017. Alla prossima!

GIANFRANCO GONELLA

Foto: noipa.net – avvenire.it

Il Mito Ostinato ritorna martedì 21 luglio

4 Comments

  1. Stefania Reply

    Pagare le tasse è bello.
    Mi sento una pazza mentre lo scrivo.
    Quando vedo quanta parte dei miei emolumenti lordi va a finire non so dove mentre gli evasori utilizzano quello che anch’io pago mi irrito davvero molto.
    Eppure pagare le tasse è bello.
    Ho un lavoro, per esempio, un tetto sulla testa. Ho che quando sono finita al pronto soccorso e mi hanno ricoverato 16 giorni e fatto mille esami… il conto lo avevo già pagato, con le tasse.
    Siamo i primi a dover sanzionare moralmente chi non lo fa, invece che invidiarli perché ci sono riusciti. E non parlo certo dei piccolissimi tartassati. Mi unisco a Gian: sono i nostri politici, i nostri calciatori, i nostri mega imprenditori, i nostri mafiosi, i nostri motociclisti… e a volte, un poco poco anche noi.
    Sarò felice di veder salire il nostro senso civico! Io ci credo ancora.

  2. Claudio Savergnini Reply

    Da un po’ di tempo a questa parte soffro di un disturbo intermittente ma sempre più frequente al basso ventre e avevo deciso di rivolgermi ad un urologo… ovviamente trattandosi di una zona un po’ “delicata” pensavo di andare da uno specialista a pagamento e prima ancora di recarmi dal medico ragionavo con me stesso: se mi fa la fattura va bene, ma se mi offrisse la prestazione “in nero” allettandomi con un forte sconto? Ecco, è facile disquisire sui massimi sistemi come semplice esercizio teorico di etica e morale ma all’atto pratico? Quando ti si presenta la reale occasione di monetizzare un concetto come ti comporteresti? A questo non ho risposte, ognuno si faccia il proprio esame di coscienza.
    Devo invece molto a te Gianfranco, che con questo articolo mi hai permesso di risolvere in una sola volta ben due problemi (uno di natura morale: se pretendere o no la fattura e l’altro più materiale, di scoprire la causa del mio disturbo) perché dallo specialista non ci vado più! Grazie alle tue osservazioni la diagnosi ora è per me chiarissima: si tratta di “sferociclosi” (ne ho avuto certezza nel momento in cui, leggendo i tuoi esempi, ho avvertito immediatamente un acuirsi dei miei sintomi).
    Ai “cazzisuisti”, come li hai chiamati tu, vorrei invece ricordare un persona: il leader di un importante partito che infarciva i suoi comizi con lo slogan “Roma ladrona” e che, una volta arrivato anche lui a Roma, ha dovuto rendere conto alla magistratura di quei famosi 49 milioni … ora vi sovviene? Quella sorta di Priapo padano con la camicia verde che sosteneva di avercelo sempre duro… i suoi seguaci venivano addirittura definiti “celoduristi” (e chissà in quanti l’avran votato nella convinzione che sostenerlo e vestire di verde, bastasse a sostituire il Viagra…) ricordate quando veniva al Pian de Re, alle fonti del Po, a prelevarne l’acqua con le sue ampolle? Lui si che avrebbe dovuto farsi vedere da un bravo urologo, non io, lui che a forza di giocherellare con le acque dei torrenti montani ha, per sua stessa ammissione, generato un “trota”!
    Ahi… ahi… devo finirla qui perchè il mio disturbo si fa via via più forte!
    Per fortuna posso alleviare il fastidio con un po’ di buona musica e voglio proporre questa mia cura anche a voi. Un bel brano di Gipo Farassino che mi sembra adatto al tema odierno e buono per tutti visto che questo lo canta in italiano.
    Questo è il link di “Girano” del 1977: https://www.youtube.com/watch?v=S2uuo9JNDlQ
    Su Gipo una breve nota: anche lui all’apice della carriera cantautorale entrò in politica fondando un suo movimento che traghettò successivamente nell’area leghista… Che dire? È troppo l’affetto che provo per questo autore piemontese per non perdonargli questa deriva leghista… da politico mi pare che non abbia fatto danni ed anzi questo può essere forse la dimostrazione che, al di là dell’etichetta sulla confezione, quello che va valutato è comunque sempre il prodotto ivi contenuto. Andate a ascoltare anche le altre sue canzoni dove poesia, umorismo e amore per le proprie radici si fondono in modo sublime… per noi ultrasessantenni sono ricordi di un mondo torinese che siamo ancora riusciti a intravedere; ai nostri figli potrebbero invece far toccare con mano qualcosa che nei loro genitori suscita tanta nostalgia.
    Claudio

  3. Claudia Reply

    Eh Eh Gian cosa posso dire se non che il tuo ragionamento è esatto! Io non ho ancora fatto il 730 ma i conteggi me li fa il patronato! Spero solo di poter anche io andare in pensione…….mi manca poco! Ma come dice anche Claudio pensiamo alla nostra salute e…….a rivederci presto! Ti abbraccio! !!!! Claudia

  4. Guido Bertolusso Reply

    A proposito delle nostre tasse.
    Sono reduce, è la parola giusta!, da una breve vacanza a casa di Franco ( Buba per gli intimi) in quel di La Spezia, al termine di Ponente della rete autostradale ligure.
    Il viaggio di andata è stato così faticoso difficile complicato pericoloso, così irritante che mi ha dato modo di pensare: – come tutte le grandi infrastrutture italiane anche le autostrade sono state costruite grazie agli investimenti dovuti alle tasse da noi pagate, quindi sono nostre, del popolo italiano! ogni centimetro quadrato di esse o metro cubo di altre costruzioni pubbliche ci appartiene in milionesima parte; e noi abbiamo il dovere di contribuire al loro corretto mantenimento pagando un giusto e congruo pedaggio di noleggio, ma in cambio dobbiamo avere il diritto alla sicurezza, alla efficienza e alla comodità di uso. Insomma abbiamo il diritto e il dovere di fare in modo che i nostri soldi siano spesi bene!
    Non importa che lo Stato le dia in concessione a privati se non può o non vuole farlo in prima persona, importa che lo Stato vigili affinchè il privato, in cambio di un corretto onesto guadagno ( utile d’impresa e spese generali) dia sempre il massimo del servizio per il quale è pagato.-
    Ho così tentato una sorta di protesta e disobbedienza civile rifiutando di pagare il pedaggio!
    la gentilissima casellante, pur concordando con me ( erano più i giorni in cui era in Cassa Integrazione di quelli in cui lavorava e mi ringraziava di usare la corsia del pagamento al casellante, cosa che faccio sempre, piuttosto di quelle automatiche che sveltiscono le code, ma tolgono posti di lavoro), mi ha spiegato che lo Stato per tutelare il Concessionario impone la perdita di due punti sulla patente di guida per il mancato pagamento!
    Per cui oltre il danno pure le beffe!
    Non per un comportamento pericoloso e scorretto nella guida, ma per non voler pagare un servizio non ricevuto…
    Non è solo per questo motivo abbastanza minimo che inizio a essere molto arrabbiato contro il funzionamento del nostro Stato, avendo tempo potrei raccontare le mie peripezie eterne contro i ” muri di gomma” di l’INPS o del Servizio Sanitario Nazionale, ma ce ne vorrebbe veramente molto.
    Sono molto arrabbiato essenzialmente perché non so cosa fare per protestare civilmente e far sentire la mia voce a chi di dovere e per evitare di essere suo complice perché come disse Hannah Arendt nel 1970: ” Chi sa di poter dissentire sa anche che, in qualche modo, quando non dissente esprime un tacito assenso.”.
    Grazie per l’attenzione,
    Guido

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