Realizzazioni

di Enea Solinasspacciodellacultura.it


Sogni e intuizioni prendono concretezza nell’agire collettivo


Dopo sogni, incubi, e intuizioni, giungo a fare una cronaca che è più una testimonianza. E che prosegue il discorso intuendo una prospettiva concrete. Agita e condivisa nella realtà ancora caratterizzata dai morsi della pandemia. Morsi invisibili che personalmente mi fanno rimasticare e rimuginare sui tanti ricordi, tentativi, azzardi che si sono smossi a livello mentale ed emotivo. E trovano appiglio in ciò che va oltre alle abitudini, all’inedito, all’imprevedibile. Al reale. Tanto quello del proprio inalienabile sentire – che non è alieno totalmente alieno dal sentire sociale, tanto dalla sorpresa e dal rinnovato entusiasmo ad iniziative meritevoli, in controtendenza rispetto al clima ideologico dominante, reazionario se non neofascista a destra, tecnocratico subdolo e annichilente per cause dettate da strutture o di forza maggiore. Confuso e spesso paternalista ahimè se si osserva la contemporaneità della sponda sinistra. Categorie novecentesche, ancora parte dell’immaginario e della cultura collettiva, che però segnano differenze ancora determinanti nel dare risposte ai problemi reali della società.

Oggi però promuovo qualcosa a cui sto partecipando con intrinseco beneficio al mio stato d’animo, come quello di molti, condizionato da due anni di pandemia e da un generale distacco dalle istituzioni pubbliche e dai rappresentanti “servitori dello stato”.

La politica è tale se è agita non solo seguendo leggi o regole, ma anche agendo spontaneo e collettivo, dal basso. Da qualche mese rinforzo la mia volontà ammaccata da una serie di crisi personali, familiari e interpersonali, facendo volontariato. E sentendomi coinvolto dal pensiero che anima la Rete Italiana Di Cultura Popolare, che da un paio d’anni ha costituito un luogo d’incontro e attivazione di comunità, la portineria di Porta Palazzo, che offre servizi di prossimità. Tra queste si spazia dalle commissioni presso uffici pubblici, al servizio traduzioni, dal pet-sitting, ai servizi di pulizia e bricolage in un vicendevole mutuo aiuto molto pragmatico. Ma la rete italiana di cultura popolare fa circolare idee e offre iniziative socio culturali di aggregazione e solidarietà, che non si fermano ai servizi di prossimità. Si definisce infatti Spaccio di Cultura, e intreccia nel suo operato collaboratori, volontari e una fitta rete di associazioni presenti sul territorio urbano. Offre vari strumenti e servizi e in queste settimane sta ampliando la sua offerta costituendo una vera e propria rete di presidi leggeri, luoghi d’inciampo, catalizzatori di partecipazione e attivazione della cittadinanza.

La caratteristica è l’agire lungimirante che sonda e prepara il terreno all’attivazione di comunità e svolge un ruolo molteplice di intermediazione e coordinamento tra le tante associazioni che si occupano in maniera non dissimile di tematiche sociali. Una progettualità complessa portata avanti in condivisione, a partire dagli incontri della riunione di co-progettazione del lunedì pomeriggio, in orario extra lavorativo tra le 18:30 e le 19:30 circa.

Al fondo di questo piccolo comunicato stampa – che sottolinea un’affinità con alcuni dei valori di bradipodiario – indico una serie di contatti e link per chi volesse approfondire, relativamente alla rete di portinerie, ad alcuni progetti già attivi o in via di ulteriore sviluppo.

Una realtà non aumentata virtualmente ma co-costruita progettualmente dall’agire collettivo che disintossica dalla farraginosità e/o dall’inconcludenza di certe politiche che comunque seguono criteri decisionali fortemente condizionati da interessi particolari.

Lungimiranza è agire lento e costante, aperto alle relazioni, non paternalistico ma di progresso proposto come alternativo allo sviluppo e al profitto, che può favorire la crescita e l’emancipazione in un clima informale caratterizzato dal recupero di qualcosa che nella nostra società si va perdendo ma che è parte integrante e interagente, non passiva, della tradizione oltre che della contemporaneità. Un reagire alla stasi da bolla infodemica e pandemica, uno stare al passo coi tempi senza disconoscere l’importanza delle radici, ma senza nemmeno renderle un escamotage retorico o un sinonimo di fissità. Un bel modo, semplice, non banale, di sentirsi parte in causa e dunque interessata ai cambiamenti che viviamo o di cui siamo testimoni, spesso ridotti ad audience.

Al contrario la definizione per i soci aderenti e i volontari è quella di abitanti, proprio perché s’intende questo termine non univocamente come persone inscatolate nei loro appartenenti ma comproprietarie e tutori responsabili del bene comune che sia nei suoi valori materiali che immateriali, di relazione e di storie.

Qui potete trovare una panoramica dei “lavori in corso” sulla rete di portinerie. Così da informarvi e osservare la mappa del work in progress, sulla quale si è già costituita la base di cooperazione inter-associativa. Una visuale utile per approcciarsi a comprendere questa realtà che pur partendo da un agire dal basso, in un periodo tutt’altro che florido, espande il suo raggio d’azione, e richiama l’attenzione di enti e pezzi di società civile. Un modo diverso di re-immaginare la presenza sul territorio cittadino e il contrasto all’isolamento e all’indifferenza.

Qui il sito dello spaccio di cultura della portineria di porta Palazzo, l’ex edicola diventata luogo di incontro e possibilità di presa in carico di un territorio complesso. Comprende i servizi e le iniziative, ed è esempio formale e originario per le altre portinerie, le quali poi si adatteranno al territorio di appartenenza, svolgendo un’azione rispettosa e confacente con il quartiere e i suoi abitanti.

In particolare vi segnalo la comunità del dono che è un’iniziativa di sostegno a famiglie meno abbienti e attivazione comunitaria giunta alla sua seconda edizione, in un processo di reciproca o coinvolgimento e aggregazione tra donatori e richiedenti sostegno, due gruppi che s’incontrano, si mettono in gioco entrando a far parte di un percorso comune, fondato sulla relazione e sulla conoscenza reciproca attività a partire dalle storie e dal racconto del contesto di origine.

Un esempio meritorio – a cui di certo se ne potrebbero aggiungere altri di consimili – ma che sto vivendo in prima persona, e di cui avevo proprio voglia di dare testimonianza e promozione in questo sito di cui pure intuisco le potenzialità per uno sviluppo progettuale non solo virtuale.

Vi avevo promesso la scorsa volta che avrei linkato un mio blog personale, archivio di memorie, riflessioni e comunicati stampa. Ho avuto riprova di fastidiosi disguidi tecnici (ma il governo tecnico non penso c’entri), che mi hanno al contrario frenato gli entusiasmi. Vi risparmio l’espressività con la quale ho patito e interloquito… sono problematiche che si reiterano da tempo. Nulla che urga, per un bradipo che non demorde, ci sarà occasione di aggiungere anche questo pezzetto. Soprattutto, in modo meno individualista, mi fa piacere aver linkato altri collegamenti, più importanti e già presenti, che protraggono la riflessione sui sogni e le intuizioni e partecipano alla loro realizzazione. Siamo esseri unici e molteplici e aperti alle diversità. Le costruzioni identitarie e l’affermazione egoica sono diversivi o artifici che lasciano il tempo che trovano. Nel frattempo le cronache proseguono nel loro percorso, e in futuro darò altre testimonianze su questi cambiamenti e movimenti che mi vedono partecipe e promotore.

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Cronache Del Dopo Virus ritorna mercoledì 9 marzo


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