Non E’ Moda

Anche nella nuova casa di bradipodiario, le “piccole storie quotidiane” sono di casa…
Voglio iniziare la nuova fase di questa rubrica parlandovi del termine lentezza, sì proprio di lentezza, e voi direte… che fantasia visto che il sito dove scrivi si chiama bradipodiario. Avete perfettamente ragione, però da un po’ di tempo sto notando una mutazione, prima alla parola “lentezza” si associava pigrizia, menefreghismo, sfaccendati… e potrei continuare, oggi si parla di turismo lento, di luoghi che invitano alla lentezza i propri abitanti, cucina e alimentazione lenta, cos’è successo, ci si è accorti che la lentezza può essere uno stile di vita contro la frenesia dei tempi moderni o come diceva una famosa pubblicità “contro il logorio della vita moderna”? Non ne sono sicuro, però ben vanga sentir parlare di lentezza, mi auguro che non sia una moda pronta a scomparire con l’arrivo di un nuovo stile da seguire.
Giorgio Gaber cantava in “Quando è moda è moda”…

Non so cos’è successo a queste facce, a questa gente
se sia solo un fatto estetico o qualche cosa di più importante,
se sia un mio ripensamento o la mia mancanza di entusiasmo
ma mi sembrano già facce da rotocalchi,
o da Ente del Turismo.

La lentezza se ben compresa e attuata, ci permette anche di avere uno sguardo sugli altri che va oltre al veloce saluto e al mai troppo convinto “come stai?”.
Lui si chiama A, da oltre dieci anni vende la sua merce davanti a un supermercato, in una zona medio alta della mia città, oltre a questo si rende disponibile per aiutare a portare pesanti borse alle signore anziane e altro ancora. L’estate scorsa è dovuto tornare nel suo paese d’origine per il funerale della madre, al suo ritorno ha affisso fuori dal supermercato una lettera in cui ringraziava tutti per il concreto aiuto e vicinanza nel momento di lutto.
Tra pochi mesi diventerà papà, cerca un lavoro stabile – ha svolto spesso la mansione di lavapiatti a Milano e Torino – l’unico suo sostentamento è vendere fazzoletti, accendini, ma la direzione del supermercato da alcune mesi gli impedisce di farlo, rovina forse il decoro e l’immagine del marchio, sarebbe interessante saperlo.
Per il momento A. continua a passare parte della sua giornata al supermercato, chiedendo aiuto con discrezione.
La lentezza ci permette anche di non dimenticarci di qualcuno, che anche se mai conosciuto di persona, ha avuto uno spazio importante nella nostra vita.
Circa due mesi fa, esattamente il 12 gennaio, si sono ricordati i vent’anni dalla scomparsa di Fabrizio De Andrè, si sono moltiplicate le iniziative, alcune di esse mi hanno lasciato perplesso, Faber avrebbe gradito? Di una vi voglio parlare, a cui non ho partecipato direttamente, ne ho avuto però testimonianza, sabato 12 gennaio a Torino, in piazzetta Reale, si sono ritrovate in maniera spontanea e simpaticamente caotica, circa mille persone, per una “cantata anarchica”, persone di tutte le età hanno voluto ricordare – e non credo per moda o almeno così voglio credere – con le sue canzoni il cantautore genovese, e se pensate che sono passati vent’anni, mille persone vi sembrano poche?

GIUSEPPE RISSONE

Foto: Gabriele Rissone – Gianfranco Gonella

Piccole Storie Quotidiane torna lunedì 15 aprile

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