La Natura E L’Universo

di Gianfranco Gonella papaboys.com


Notizie che ci sconvolgono e che ci vedono impotenti, almeno a noi popolo della strada

Ben ritrovati cari amici bradipolettori. È sotto gli occhi di tutti che la guerra fra Russia e Ucraina non sta prendendo una bella piega, anzi. Tutti i giorni apprendiamo notizie che ci sconvolgono e che ci vedono impotenti, almeno noi popolo della strada. Le diplomazie stanno fallendo tutti i tentativi di conciliazione, se mai ci siano stati. Naturalmente perché non si ha il coraggio di dire basta ad un’importazione di energia, il gas, alla quale non siamo riusciti a trovare alternativa.

Chissà se ora inizieremo seriamente a pensare che chi ci invitava nel corso degli anni, a trovare fonti energetiche diverse, a chi ci invitava ad un consumo più consapevole di ciò che avevamo, a chi ci diceva che togliere terreno all’agricoltura per continuare a costruire forse non aveva tutti i torti? Lo so che può sembrare demagogia, ma almeno noi, possiamo iniziare almeno a riflettere?

Come già scriveva Claudio Savergnini nel suo commento al mio articolo dello scorso mese, anche io mi butterei nel mare per una richiesta d’aiuto da parte dei miei figli, ma non essendo un nuotatore, non so se riuscirei a portarglielo o affogherei insieme a loro.

E così continuo a vivere la mia angoscia che le immagini e le testimonianze che ci arrivano, continuano a incrementarla. Si, perché questa guerra è un avvenimento molto mediatico, nel senso che, grazie al lavoro di tanti giornalisti, inviati e profughi che riescono a scappare, siamo in grado quasi di toccare con mano la tragedia che l’est europeo sta vivendo.

Ma questa guerra non è altro che la punta di un iceberg, perché se andiamo a vedere cosa sta succedendo oggi nel mondo, ci rendiamo conto che i conflitti, le guerre, attualmente in atto sono decine, delle quali almeno 34 vengono citate nel “Atlante delle guerre e dei conflitti del Mondo”, volume arrivato alla sua X edizione. Questo il link per aver qualche informazione in più. E, se avete voglia di andare a cercare quali e dove sono vi fornisco un secondo link dove potrete accedere alla mappa interattiva di ACLEDorganizzazione non governativa specializzata nella raccolta disaggregata dei dati sui conflitti, nell’analisi e nella mappatura delle crisi – e avere tutte le informazioni del caso.

Solo per citare qualche conflitto oggi in essere vi dico:

Afghanistan, sembra quasi che ce ne siamo dimenticati;

Eritrea-Etiopia, guerra mai finita per le questioni legate ai confini dopo un trentennale conflitto per l’indipendenza;

Iraq, non è terminata solo con la caduta di Saddam, così come non è terminata quella il Libia con l’uccisione di Gheddafi.

E cosa dire dei curdi e dei turchi?

Vogliamo dimenticare Israele e Palestina?

E poi ancora Uganda, Sudan, Somalia, Siria, Repubblica Centrafricana, Nigeria, Nepal, Kurdistan…

E anche qui tante vittime innocenti, civili, donne, uomini, bambini e anziani.

E tanti che cercano di scappare, che cercano un posto migliore dove poter vivere, con le loro famiglie, e tanti muoiono durante queste fughe. E noi ogni tanto spendiamo una lacrima di fronte all’immagine del bimbo spiaggiato, ma restiamo nell’indifferenza. Sono guerre lontane.

Poi è arrivata quest’ultima, vicino a noi, che ci sta creando non pochi grattacapi, e allora ci indigniamo, ma all’atto concreto, non abbiamo la forza/volontà per contrastarla efficacemente.

E poi, non ultimo, quelli che vogliono cercare e dare una giustificazione, come se una guerra d’invasione, potesse avere una giustificazione; e quelli che ci raccontano che sono solo scene da film, ben recitate, e quelli che ci dicono che in fondo sarebbe meglio vivere sotto una dittatura piuttosto che sotto le bombe, anche nelle dittature un bambino può essere felice (Orsini, RAI3 Cartabianca, 5 aprile 2022).

Per non parlare del collezionista di felpe, che dopo la sua leggendaria performance in Polonia, dichiara che bisogna aiutare i profughi ucraini, perché questi sono veri, non come quelli sui barconi, dimenticando che i profughi ucraini con il colore della loro pelle più scura o con i capelli non biondi, vengono comunque anche loro respinti ai confini.

Mi fermo qui, soluzioni non ne ho, sicuramente nel mio piccolo se potrò fare qualche azione che tocchi economicamente gli stati in guerra la farò, boicottando l’acquisto di prodotti provenienti da quelle terre. È poco? Sicuramente sì, ma 1, 2, 5, 10, 100 Gianfranco possono fare la differenza. Io ci credo.

Il brano che da il titolo all’articolo è degli Alluminogeni, gruppo torinese nato nei primi anni ’70. Un trio e il loro nome lo ricavano prendendo spunto dal cognome del leader, Patrizio Alluminio, il tastierista. L’esordio fa ben sperare grazie alla partecipazione alle due più importanti manifestazioni musicali dell’epoca, dopo Sanremo, il Cantagiro con il brano “Orizzonti lontani” e il Festivalbar con “L’alba di Brema”. I problemi la formazione li ha con la scelta del chitarrista, arrivando a cambiarne in poco tempo ben 4. Pubblicano ancora qualche singolo e, con un chitarrista finalmente valido, Enrico Cagliero, si preparano a registrare il loro primo album, “Scolopendra” per la Fonit Cetra, che allora aveva gli studi a Torino.

L’album uscirà solo dopo alcuni mesi per i contrasti fra la band e la casa discografica rea di aver effettuato un lavoro di remixaggio non gradito ai musicisti. Quando l’LP uscirà apparirà già datato, non più al passo coi tempi, con poca promozione e stampato in una quantità irrisoria di copie. Il gruppo poco dopo si scioglierà, Alluminio pubblicherà ancora un singolo nel 1975 e poi riuscirà a mettere in piedi una nuova formazione negli anni ’90 pubblicando nuove registrazioni e recuperando materiale d’archivio.

Da Scolopendra è tratto il brano che qui potete ascoltare. A presto.


  Il Mito Ostinato ritorna lunedì 9 maggio


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6 Comments

  1. Claudio Savergnini Reply

    Carissimo Gionfranco, scrivo così il tuo nome per rappresaglia e ti spiego subito perchè. Mi ha fatto piacere vedermi citato nel tuo articolo (addirittura con nome e cognome) però il cognome me l’hai sbagliato! Mezzo secolo fa abbiamo frequentato per tre anni la stessa classe alle scuole medie, oltrechè il primo anno delle superiori, per cui scoprire che, come fanno in molti, hai riportato il mio casato in modo errato mi porta a nutrire seri dubbi addirittura sulla mia stessa identità. Sono certo che si è trattato solo di un mero errore di digitazione e ti ho subito perdonato, ma la tentazione di effettuare questa piccola vendetta, andando storpiare di proposito il tuo nome, è stata troppo forte e non ho saputo resistere! Comunque anche tu potresti rimproverarmi la stessa disattenzione perchè nel commento al tuo articolo del mese scorso concludevo scrivendo “Zalensky” invece di Zelensky e quindi, dài, quanto a disattenzione siamo tutti in buona compagnia.
    Ora, passando alle cose serie, vorrei dirti che l’elenco delle guerre in corso nel mondo e le varie situazioni di conflitto tra popoli, etnie e vari stati non fa che confermare la pessima opinione che io ho nei confronti dell’essere umano in generale. Trattandosi di un’opinione potrebbe essere facilmente confutata, ma io resterei comunque della mia idea; ecco, in quest’ultima frase c’è l’essenza di tutti i mali del mondo, perchè un gran numero di persone è fatta così: anche davanti ad evidenze incontrovertibili, gli ostinati non cambierebbero mai le loro credenze e allora come puoi far cambiare idea a una persona se non riesci a convincerla con la dimostrazione scientifica, con un pacato ragionamento o con una dialettica persuasiva? Ci sono diverse strade da tentare che sono però, per l’appunto, solo dei tentativi e non sono atti risolutivi; come “convincere” il riottoso? Si può provare con la sanzione economica o con la sua esclusione da certi contesti (per esempio con il DASPO), si può fargli sperimentare la nostra riprovazione sociale, si possono adìre le vie legali, ma se non si riesce a convincere il nostro avversario si giungerà prima o poi ad un punto di rottura; ed è così che scoppiano le baruffe o, ad altri livelli, le guerre. Io penso che sia addirittura ridicolo pensare che possa mai arrivare un domani in cui gli eserciti verranno aboliti! Anche se non si producesse più nessun tipo di arma in tutto il mondo, gli uomini continerebbero ad affrontarsi a pugni e calci e morsi, perchè non sono le armi a rendere l’uomo bellicoso: é nella nostra natura esserlo, che ci piaccia o no! Quindi non ci possiamo stupire dell’elenco che ci hai dato dei conflitti in corso; la gente lo sa, li conosce ma li ignora fintantochè questi non vengono a interferire materialmente con la nostra quotidianità. Adesso che un conflitto più vicino di altri sta producendo l’aumento del prezzo di generi alimentari, del gas e dell’energia, la maggior preoccupazione di tutti è: cosa ne sarà dei miei risparmi? del mio stipendio? del mio mutuo? E quando le nostre piccole proprietà cominceranno a perdere parte del loro valore, vedrai che anche l’empatia verso il popolo ucraino segirà lo stesso andamento… abbiamo già sentito la bella teoria del professor Orsini, secondo il quale anche sotto una dittatura i bambini possono essere felici! Mi dispiace che nessun giornalista gli abbia domandato se si riferisse nella fattispecie solo ai bambini ucraini o se la sua teoria comprende anche i figli degli italiani. Non ho appurato se l’Orsini sociologo sia anche un intellettuale, ma la mia impressione è che non sia dotato di un intelletto molto brillante; anche ammettendo che la sua idea possa contenere un fondo di verità, la condizione di bambino ha una durata limitata nella vita di una persona; poi la persona cresce e diventa uomo… continuerà felice la sua esitenza solo perchè era nato sotto una dittatura? Boh… e saprebbe spiegarmi Orsini il “che l’inse?” di Balilla? quello che con una sassata fece scoccare la scintilla per la rivolta dei genovesi contro le truppe di occupazione austro-piemontesi? Balilla era poco più che ragazzino, quindi, secondo la teoria del professore, nel suo periodo “felice”… cosa mai avrà spinto quel ragazzo a dare inizio ad una sommossa? Se diventi professore universitario devi per forza conoscere un mucchio di cose, ma quello che Orsini sa non è poi in grado di applicarlo alla realtà; e questo sarebbe il meno! Purtroppo le sue fesserie le ha dette in televisione e sono rimbalzate su tutti i giornali; il loro seme è stati sparso e vedrai che presto ne vedremo i frutti; ci saranno persone che cominceranno a pensare quanto sarà dura rinunciare all’aria condizionata quest’estate e riusciranno a trovare via via sempre meno scandalosa l’dea che uno stato possa venire aggredito e sottomesso, purchè noi si possa regolare a piacimento i nostri termostati. E non mi stupirei se quelle persone fossero le stesse che l’estate precedente nei cortei gridavano “Libertà! Libertà!

  2. Claudio Savergnini Reply

    Amici lettori di questa rubrica, approfitto ancora una volta di questo spazio per un messaggio rivolto a tutti voi, con la certezza che vi sarà utile e vi esorto a diffonderne il contenuto in tutti i modi che vi saranno possibili, se vi avrà convinto. Gianfranco ci ha dato l’idea del boicottaggio evitando di acquistare certi prodotti. Io voglio invece portare alla vostra attenzione un modo semplicissimo per risparmiare qualche euro sulla bolletta del gas, ma sopprattutto, se la cosa riuscisse ad avere una grandissima diffusione darebbe la possibilità a livello globale di evitare inutili consumi di migliaia di metri cubi di gas metano. Da quando ho appreso questo modo di cuocere la pasta (e sono ormai due anni) in casa lo abbiamo sempre applicato. In estrema sintesi si tratta di portare a cottura la pasta spegnendo il fuoco sotto la pentola quando l’acqua torna a bollire dopo che si è buttata la pasta. Basta rimescolarla un poco affinchè non si attacchi, poi si copre e si contano esattamente i minuti che sono riportati sulla confezione come tempo di cottura. Mi rendo conto che ciò che ho appena scritto somiglia molto a certi titoli per acchiappare clic e qualcuno può pensare che sia la solita notizia fake… io non ci posso mettere la faccia solo perchè non saprei come pubblicare qui la mia foto ma il mio nome e cognome li riporto in calce e in ogni caso, se voi seguite la rubrica di Gianfranco immagino abbiate di lui una buona opinione; Gian mi conosce da sempre e può garantirvi lui che non sono un fanfarone. Ci sono tre video di youtube che illustrano con dovizia di particolari il procedimento; la visione di tutti e tre vi ruberebbe circa quattordici minuti ma dipende, io ad esempio solo dal primo ho capito abbastanza per riuscire a fare subito gli spaghetti senza fuoco; però anche gli altri sono interessanti: il secondo spiega il perchè la cosa avviene e nel terzo vengono fatte delle precisazioni in quanto a qualcuno il sistema non aveva funzionato. Inoltre questo metodo può funzionare anche con certe verdure o con il riso; se volete provarci costa poco (se va male avrete sprecato una manciata di spaghetti) ma se la cosa vi funziona comincerete a risparmiare 8 – 10 minuti di erogazione di gas per ogni pentolata di pastasciutta. Mi sono permesso di approfittare di questo spazio perchè se non si riescono a trovare nuove fonti energetiche, come ha detto Gianfranco, dobbiamo almeno provare ad ottimizzare l’utilizzo di quello che abbiamo.
    eccovi i link: (non so come renderli attivi direttamente da questa pagina ma basta copiarli e incollarli nella barra di ricerca di Google)

    https://www.youtube.com/watch?v=_jetYnD_FrE Pasta senza fuoco (1) durata: 3′ 16”

    https://www.youtube.com/watch?v=lpYbB2oakqg Pasta senza fuoco (2) spiegazione tecniche durata: 5′ 46”

    https://www.youtube.com/watch?v=BLVx95H8Ozo&list=PLTZe6-ib6ktrDUU98E_38FsqZwChperbJ&index=47 Importante precisazione sui due video precedenti durata: 5′ 32”

    Scusandomi per l’invadenza e per il difetto che ho di essere sempre un po’ prolisso, vi saluto tutti quanti.
    Claudio Savergnini

    P.S. due anni fa facevo il pieno all’automobile pagando il GPL 0,68 euro al litro; l’altro ieri l’ho pagato 0,90 e rotti. Sto cercando in rete un sistema analogo a quello per la pasta. Se trovo il modo per viaggiare spegnendo anche il motore sarà mia premura condividere pure quello!

  3. Gian Reply

    Cari amici non ho altro da aggiungere.
    Sono da ormai quasi due mesi che la guerra tra Russia ed Ucraina è scoppiata con questa violenza e, come ci fa notare Massimo Giannini, direttore de La Stampa, a parlare di pace, nel mondo, è rimasto solo Papa Francesco.
    Ormai per tutti noi è si una tragedia, ma che non ci tocca, o almeno così crediamo.
    Cerchiamo altri fornitori di prodotti a noi essenziali per la nostra economia, facciamo contratti anche con gli assassini di Regeni e tiriamo a campare.
    Il mondo va avanti lo stesso.
    Oggi è Pasqua, ci facciamo gli auguri, domani è pasquetta e ci prepariamo per la classica grigliata confidando nel bel tempo, dimenticando che stiamo vivendo una crisi idrica dovuta alla siccità. E fra non molto, quando cominceranno a scarseggiare anche i prodotti della terra, diremo che è colpa della guerra, non dello spreco dell’acqua e della mancanza di bacini per questa importante risorsa.
    E se ha nevicato poco l’unica cosa che ci interessava era che non potevamo andare a sciare.
    Lo so che è una situazione che tocca solo il nostro territorio, ma il Po nasce qui come gran parte dei suoi più grandi affluenti.
    Non vado oltre.
    Grazie ancora a tutti per aver condiviso questi miei pensieri, grazie Gabriella per essere entrata a far parte della nostra famiglia bradipa e spero di ritrovarti ancora in futuro con qualche altro commento.
    Buona Pasqua a tutti.

  4. Giuseppe Reply

    Ho bisogno di condividere il mio pensiero in questa domenica di Resurrezione – che può essere letta anche dai non credenti come “ripresa, ripartenza” – in particolare per quanto riguarda il nostro atteggiamento rispetto alla guerra, ai migranti, non esattamente con le mie parole ma con quelle della trasmissione di Domenico Iannacone Che ci faccio io qui, andata in onda su RAITRE ieri sera, un forte pugno allo stomaco, su quanto non facciamo e potremmo fare. Ho sentito un forte senso di inadeguatezza personale, una mancanza di coraggio nel fare anche solo una minima parte di quello fatto dai protagonisti, se non avete visto la trasmissione cercatela, ne vale assolutamente la pena. E nonostante il buio che ci circonda sposo le parole di Gianfranco: 1, 2, 5, 10, 100 di tutti noi possono fare la differenza. Serve coraggio e capacità di andare oltre a quello che ci viene raccontato e proposto.

  5. Gabriele Monacis Reply

    Caro Gianfranco,
    le tue analisi sulla situazione bellicosa mondiale sono attente e precise. Siamo da tempo immemorabile portati a considerare e commentare solo quello che ci dicono e ci fanno vedere. Dal così detto buco luminoso, prima televisivo poi dal monitor del pc, o telefonino, passando per l’immagine di persone incollate con l’orecchio alla radio negli anni trenta, abbiamo subito indottrinamenti di ogni genere. Siamo influenzati da informazioni non sempre obiettive e libere. La lotta condotta attraverso scenari o scenografie fatte ad arte diventa, come si dice virale. Sono due anni che ci arrovelliamo con questo aggettivo presente per le strade e nel web. Abbiamo bisogno di volare sulle miserie umane, sul Covid 19 e le sue varianti, sulla guerra del vicino con distruzione, morte, esodi, deportazioni, freddo, fame e sete. Eppure la storia mediterranea e del centro Europa degli ultimi duemila anni dovrebbe averci insegnato a deporre le armi, a confrontarci con diplomazia, con la cultura dell’accoglienza, nel rispetto delle diversità di ciascuno che arricchiscono la civiltà. Mai più odio. Macché ! Ha ragione Claudio: “ Anche se non si producesse nessun tipo di arma in tutto il mondo, gli uomini continuerebbero ad affrontarsi a pugni, a calci, a morsi, perché non sono le armi a rendere l’uomo bellicoso: è nella nostra natura esserlo, che ci piaccia o no!”. Mi piace anche la purga del “ sofista “ Orsini ( abile mistificatore ed opportunista che è andato ad occupare il posto vuoto del provocatore antipatico, che non voleva fare più nessuno, per alzare l’indice di ascolto della truppa televisiva dal telecomando facile ) sulla felicità dei bambini in una dittatura… giusto per gli stitici. Stesso effetto di un lassativo. L’esempio del Balilla delle cinque giornate di Genova è calzante. Solo il puro potrà scagliare la prima pietra. Solo il puro Parsifal troverà il Santo Graal. Buon passaggio pasquale, fratelli miei. Grazie Gianfranco. Grazie Claudio.

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