Il Sogno Di Una Vita Di Qualità

Un incontro, ad oggi, solo virtuale, ma ricco di stimoli, quello con LIB21 nella persona di Rossella Aprea, che in questo articolo racconta il progetto, il sogno, l’idea del loro sito. Nelle scorse settimane anche bradipodiario ha avuto la possibilità di raccontare la sua genesi in questo articolo scritto da Giuseppe Rissone.

Appuntamento a cura dei nostri collaboratori e amici, per approfondire, per scoprire progetti, idee e molto altro ancora… La partecipazione è aperta a tutti, è sufficiente scriverci a info@bradipodiario.it

LIB21 è un progetto, un’idea, un sogno nato dalle lunghe conversazioni, scambiate per anni quasi quotidianamente con un amico e un maestro come Lapo Berti, persona di rara sensibilità, cultura e onestà intellettuale, umanista, economista e dirigente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Con il passare degli anni entrambi provavamo una crescente insofferenza verso gli atteggiamenti sempre più diffusi di rassegnazione e assuefazione da parte di molti di fronte alle trasformazioni sociali, politiche ed economiche che stavano rendendo la nostra società sempre più degradata sotto tutti punti di vista. La società che i mezzi di comunicazione di massa ci rappresentavano appariva sempre più individualista, consumistica, impoverita sotto il profilo culturale e civile, eticamente indifferente. Non era la società in cui ci riconoscevamo e in cui avremmo voluto vivere. E ritenevamo anche che tante altre persone la pensassero come noi e che avremmo potuto e dovuto dare il nostro contributo, anche modesto, per informare, per capire meglio la realtà, per aggregare, scambiare, confrontarci, sensibilizzare e cercare insieme altre vie e un altro modo di vivere il nostro tempo. Insomma volevamo impegnarci per contribuire a pensare e realizzare una diversa qualità della vita. Coltivavamo la profonda convinzione, viva ancora oggi più che mai, che bisognava mettersi in cammino, animati da uno spirito di ricerca e di fiducia nella possibilità di immaginare e realizzare una società diversa, migliore rispetto a quella in cui stavamo e stiamo vivendo.
Così nel 2010 nasceva LIB21, ovvero l’idea di realizzare un sito web che potesse aggregare uomini e donne di varia formazione che sentivano il bisogno di impegnarsi in prima persona per contrastare il degrado e l’impoverimento della nostra società, incoraggiando il dibattito e il confronto su tutti i temi che hanno a che fare con la qualità della nostra vita. Alcuni amici vi hanno preso parte, percorrendo un tratto di strada con noi. Alcuni lo sono diventati, incontrandoli nel nostro percorso. Altri confidiamo che lo diventeranno.
In questi anni le difficoltà non sono mancate, ma abbiamo sempre saputo riprendere il cammino con rinnovato entusiasmo, convinti del valore del nostro impegno. E’ indubbio che il momento più delicato di questa nostra iniziativa è stata la perdita di Lapo due anni fa avvenuta in maniera tanto improvvisa quanto drammatica. Abbiamo compreso in breve tempo, però, che Lapo aveva saputo mettere dentro di noi le sue radici solide e profonde, capaci di spingerci a proseguire quel viaggio che insieme avevamo intrapreso con l’entusiasmo e la speranza di cambiare anche solo quella piccola parte di mondo in cui ci trovavamo a vivere.
Chi avrà la pazienza, la curiosità e la voglia di andare sul nostro sito scoprirà il senso di questo acronimo – LIB21 – che racchiude il riferimento ai valori della libertà e della ricerca della felicità. Siamo consapevoli del fatto che il nostro progetto può essere considerato da molti come un’utopia, un sogno, ma come diceva Adriano Olivetti “Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente più grande”. E siamo consapevoli che ci muoviamo in un deserto, ma vogliamo essere tra coloro che gettano i semi anche nel deserto secondo la potente metafora del poeta tunisino Moncef Marzouki:
…Io vengo dal deserto, e ho visto mio nonno seminare nel deserto. Non so se abbiate idea di cosa sia seminare nel deserto. È seminare su una terra arida e poi aspettare. E se cade la pioggia, si farà il raccolto. Non so se abbiate mai visto il deserto dopo la pioggia. È come la Bretagna! Un giorno camminate su una terra completamente brulla e poi, piove appena, e vi chiedete come sia potuto accadere ciò che è sotto i vostri occhi: fiori, frutti… Tutto semplicemente perché i semi erano già lì… Questa immagine mi ha veramente segnato quando ero bambino. E quindi bisogna seminare! Anche nel deserto bisogna seminare! È in questo modo che io vedo il mio lavoro. Io semino e, se piove domani, bene, se no almeno i semi sono là. Che cosa accadrebbe se io non seminassi? Su cosa cadrebbe la pioggia? Che cosa crescerebbe: le pietre? È questo l’atteggiamento che io adotto: seminare nel deserto.” (Moncef Marzouki, maggio 2010)
Noi condividiamo questo spirito, perché è lo spirito della speranza consapevole e della silenziosa, ma attiva costruzione.
Gli studi, gli approfondimenti, gli incontri e i confronti che proveremo a realizzare sono finalizzati, perciò, alla formulazione di proposte concrete e praticabili per la creazione di un sistema sociale, economico e politico più equo e vivibile di quello attuale.
Mai come oggi i luoghi tradizionali della politica non danno risposte, non costituiscono più punti di incontro in cui confrontare esperienze ed elaborare prospettive. Sono sordi e muti ai nostri bisogni, incapaci di configurare nuovi scenari, di cogliere i cambiamenti e di saperli interpretare e guidare.
Occorre battere strade nuove, per consentire alle persone d’incontrarsi, anche virtualmente, ma non solo, per scambiare i propri punti di vista, le proprie idee, i propri progetti, e riuscire a dar vita a iniziative capaci d’incidere sulla realtà che ci circonda.
Per diffondere e condividere quei valori della qualità che ci consentano di realizzare il diritto al benessere psico-fisico, il diritto alla ricerca della “felicità”, principio cardine della modernità e presupposto di una società fondata sull’equità e la solidarietà, tentiamo di gettare semi. Anche nel deserto. Perché una società migliore comincia qui e ora e come sosteneva il filosofo e pensatore Aldo Capitini “Io non dico: fra poco o molto tempo avremo una società che sarà perfettamente non violenta […] A me importa fondamentalmente l’impiego di questa mia modestissima vita, di queste ore o di questi pochi giorni; e mettere sulla bilancia intima della storia il peso della mia persuasione”.

Perciò qui e ora speriamo di averti con noi in questa avventura.

ROSSELLA APREA

Foto: www.lamusicadentro.iobloggo.com/ – Loretta Junck

Bradipo Reporter ritorna giovedì 6 dicembre

2 Comments

  1. Umberto Scopa Reply

    Ho visitato il vostro bel sito e mi ha fatto davvero una bella impressione. Aggiungo che l’immagine dei semi nel deserto di cui all’articolo è davvero il migliore anticorpo di pensiero contro il senso di smarrimento che coglie spesso anche le migliori intenzioni. E su questi sani slanci di volontà, che in un futuro prossimo si auspicano più diffusi, dovrà giocarsi una partita davvero ostica contro i malintesi ingegni che da più parti, e anche ben organizzati, lucrano sull’industria della desertificazione; e anche si adoperano contro le virtù di quei semi che per ora sembrano essere meglio conosciuti da chi li teme che da chi dovrebbe giovarsi della loro fioritura. Un saluto e in bocca al lupo per la prosecuzione del cammino

  2. Rossella Aprea Reply

    Gentile Umberto,
    la ringrazio molto per il commento e soprattutto per l’incoraggiamento, di cui si ha sempre un gran bisogno. Volevo aggiungere una piccola considerazione che la sua riflessione ha suscitato. Il solo antidoto al senso di smarrimento, ormai diffuso, a me sembra che possa consistere solo nella ricostruzione di un senso autentico di comunità. Sentendo che non si è soli, che tanti altri la pensano come noi e che sono disponibili ad impegnarsi, rinasce la voglia di fare, la speranza e quel pizzico di follia coraggiosa, che consente di mettersi in cammino su un percorso difficile e faticoso, ma che ognuno dentro di sé sa essere profondamente giusto. Questi sani slanci di volontà, di cui lei parla, non sono così pochi, come possono sembrare, sono semmai poco pubblicizzati, poco noti. Le assicuro che una delle scoperte più incoraggianti e più interessanti di questo cammino è stata quella di accorgersi e di scoprire che c’è un mondo di persone silenziose e laboriose, che lavorano per mantenere vivi certi valori, per sopperire a ciò che manca in questa società. E’ un mondo straordinario, che andrebbe raccontato. La narrazione della società e del mondo che ci viene veicolata da politici e stampa non corrisponde totalmente alla realtà, che è molto più ampia e variegata. Dipende da noi scegliere da che parte vogliamo stare e quello che vogliamo vedere. Se siamo disposti a cercare, troveremo. Altrimenti ci toccherà sorbirci le verità che altri avranno filtrato per noi. E’ una scelta faticosa, ma diventa l’unica scelta possibile per dare un senso più alto al nostro vivere. Mi scusi per il lungo messaggio, ma penso che le migliori intenzioni, a cui fa riferimento, meritassero di essere incoraggiate. La ringrazio nuovamente, la saluto e le auguro di poter trovare qualche iniziativa in cui immettere anche la sua preziosa e vitale energia. Rossella

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