Far Finta Di Essere Sani

di Giuseppe Rissone Giuseppe Rissone
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Fingiamo di essere sani, e questa finzione non aiuta anzi danneggia e non poco….
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Nu jeans e na maglietta/’na faccia acqua e sapone/M’ha fatte nnammura’  così cantava Nino D’Angelo nel 1982, dieci anni prima Claudio Baglioni anticipava con Quella sua maglietta fina/Tanto stretta al punto che/Mi immaginavo tutto…
Tranquilli non è mia intenzione fare un excursus nella canzone italiana dove una maglietta è più o meno protagonista, questo piccolo giochetto mi serve per raccontarvi la piccola storia di questo mese e ultima per questa stagione.
Guardate con attenzione la fotografia che apre questo articolo, cosa vedete? Se avete qualche difficoltà vado a descriverla: la frase può essere tradotta in le persone prima di tutto, i colori sono quelli della bandiera della pace, fu da me acquistata un’anno fa, di solito non scelgo magliette con frasi in inglese, meno ancora quando esse pubblicizzano qualche marchio o inneggiano la grandezza degli Stati Uniti d’America in vari campi – sportivo, missioni astronautiche, marchi dal cibo alle automobili – e forse oggi non l’avrei acquistata per l’uso, che non condivido, della bandiera della pace fatto in questo periodo di guerra. Una scelta senza un preciso perché, mi piaceva e costava poco…
Ho indossato la maglietta in questione andando al lavoro, e ho notato che – in stragrande maggioranza uomini – guardavano la maglietta e poi guardavano me con fare interrogativo e a tratti non benevolo. Sinceramente non ci ho dato peso, ho pensato che non condividessero il messaggio oppure che ero troppo vecchio per indossare una maglietta da “giovani”.
Giunto sul luogo di lavoro, una collega ha apprezzato il mio indumento, chiedendomi se la bandiera raffigurata era quella della pace o quella del movimento Lgbt, grazie alla sua domanda ho compreso del perché dei non benevoli sguardi: vuoi vedere che hanno visto nella bandiera raffigurata quella Lgbt – che credo si differenzi da quella arcobaleno per l’aggiunta del colore rosa – e di conseguenza chi porta un capo d’abbigliamento simile sarà per forza gay e per di più è anche vecchio.
La collega ha aggiunto di fare attenzione, avrei potuto incontrare un omofobo e prendere un sacco di legnate: ricordati che quelli di solito sono belli grossi e fanno male.
A queste parole ho sorriso, e non mi hanno preoccupato troppo, anche se mi rendo conto che episodi dove le aggressioni sono state “motivate” da un bacio, da un abbraccio tra persone dello stesso, non mancano e non sono un retaggio di un lontano passato, ma di oggi. Sono tornato a casa sano e salvo senza seguire l’ulteriore consiglio della collega: coprila! 
Riflettendo sulle parole della collega, su quello che stiamo vivendo da oltre due anni, sulla guerra mondiale che incombe, mi è venuta in mente per l’ennesima volta la canzone di Gaber-Luporini Far finta di essere sani, ed in particolare il suo titolo, oltre al significato della stessa.
Prendiamo la parola sani, il buon Treccani cosí ci presenta questo aggettivo qualificativo: Di persona, o di animale, che è in buone condizioni di salute, che non ha malattie organiche, lesioni, alterazioni o disturbi funzionali, aggiungerei che non ha pregiudizi, che non bada troppo all’esteriore. Peccato che… siamo tutti bravi a dirci contro la guerra, inorridiamo per quello che ci viene proposto in Tv, e pronti ad accogliere… però basta che abbiano lo stesso colore della nostra pelle e professino – almeno sulla carta – la nostra stessa religione… peccato che… gay o comunque espressioni sessuali non conformi alla maggioranza vadano benissimo in Tv – con qualche distinguo vedi Drusilla – nel cinema, l’importante che non esternino per strada, non siano miei vicini di casa o peggio miei colleghi…
Sani allora? Direi mica tanto, compreso l’aspetto pandemico sanitario, qui il facciamo finta è d’obbligo, siamo convinti o ci hanno convinto che tutto sia finito, ma purtroppo non é cosí.
Quindi siamo bravissimi a definirci o credere di essere “sani” su ogni fronte, ma siamo profondamente malati e non solo per colpa del virus, e se una maglietta con la bandiera arcobaleno e la scritta People First desta tanto scalpore la malattia è molto grave, e l’aggravante è il far finta…
L’imperativo che va tanto di moda tollerare oppure includere nascondono in realtà l’affermazione va bene fai cosa ti pare della tua sessualità, ma stai nel tuo recinto e quando ne esci comportati bene…
Vado a lavare la maglietta che ora più che mai è necessario indossarla…
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