Cara Vecchia Cartolina

Guido Bigotti, ci porta nel magico mondo delle cartoline, che coinvolge tanti collezionisti in tutto il mondo, ma il suo utilizzo è orami un lontano ricordo oppure esiste ancora qualcuno che non si arrende alla – quasi del tutto  – sua scomparsa? Leggendo quello che segue, scoprirete una storia di quelle lente che ci piacciono tanto…

Questa e’ la storia di una cartolina e di un’anziana dolce amica, che di anni ne ha più di novanta, ma ancora come si dice ben portati, che vive in un paese della riviera, piccolo paese di piccole case dove anche quelle nuove sono piccole, d’inverno silenzioso e in estate di suoni e voci in ogni vicolo, ma anche folla.

Ma torniamo al nostro racconto, suo figlio vive da anni in Finlandia, lei dice vicino al Polo Nord, dove è quasi sempre notte o sempre giorno, dove il caldo e’ nei racconti della gente, dove però tutto e’ molto bello, la gente e’ sempre sorridente, gentile e lei che fino a qualche anno fa e’ andata lassù in aereo, per vedere i tre nipoti che in estate viceversa vanno a trovare la nonna in riviera, ormai grandi ritrovano amici e compagnie con i quali sono cresciuti e passano giornate spensierate tra i ricordi seppur un solo mese all’anno.

Una vera famiglia, insomma, come tante e una tradizione: la cartolina!

Anna, la mia amica mi ha raccontato che oggi, come sua abitudine invernale, voleva spedire una cartolina ai sui cari lassù, di quelle che dietro scrivi saluti, abbracci e baci ai ragazzi firmando mamma o nonna o solo con il nome. Ma siamo in quella che al mare si dice stagione morta, dove in paese incontri le stesse persone e se per qualche giorno non incontri uno cominci a preoccuparti, finche’ chiedi: “Non ho più visto il tale, la tale, sai se sta male?” e dici “ciao” con tutti, giovani e meno giovani, che se non sono immersi al cellulare ti rispondono “ciao”.

Anche lei ha il cellulare e sa rispondere: “se suona, so che devo schiacciare il verde” e sa anche chiamare, i numeri con nome, gliel’ha salvati sua nipote nella rubrica la scorsa estate, “se ci fosse bisogno”, mi dice. A lei basta così.

Ma la cartolina. L’altro giorno voleva spedire dunque la consueta cartolina, come vi stavo raccontando ai suoi cari nel profondo nord, una cartolina con il colore del paese, del mare blu, delle colline alle spalle grigie di ulivi e verdi pini, le piccole case rivolte al mare e al sole, coi colori liguri, magari qualche barca sulla spiaggia, per ricordare alla sua famiglia lo splendido paesaggio che circonda la vita della loro nonna. Così e’ andata all’unica edicola del paese per scegliere la cartolina, magari diversa dall’ultima volta, con scorci che mettessero in risalto la sua piccola località. L’edicolante, suo amico, perché tutti sono amici in questi piccoli paesi (non come su Facebook dove l’amicizia la chiedi e la dai e magari non sai a chi, mentre qui si costruisce con la vita vissuta), ha allargato le braccia e quasi con compassione verso il rispetto della gentile signora, le ha risposto che le cartoline le tiene solo in estate oramai, ma poche, quando ci sono i turisti, che anche a loro ormai, sono “strette”, ne comprano ben poche; ormai basta fare una foto con il cellulare e in un attimo con whatsapp, raggiungono il destinatario in men che non si dica.

“Ma io voglio scrivere baci e abbracci ai miei nipoti, a mio figlio, a mia nuora”, risponde lei delusa e lui stupito sia pur compressivo, come dovesse essere tutto normale: “Ma le foto le puoi mandare anche con i saluti, persino con un lungo messaggio, come una lettera!”.

Povera donna, mi racconta l’avventura di una cartolina, solo una cartolina, come a chiedermi conforto e conferma, che si e’ ormai fuori dal mondo e nel frattempo mi mostrava il suo cellulare che “ho imparato a usarlo”, mi diceva, “ma una cartolina, scriverla, metterci un francobollo ed imbucarla nella cassetta della posta, si può ancora?”

Sono più giovane della nostra amica, ma spesso anch’io mi sento fuori da questo mondo, pero l’ho presa sottobraccio o almeno ci provo e gli dico “andiamo”.

Erano le tre del pomeriggio, una giornata splendida a discapito del calendario, la luce del sole era addirittura fastidiosa, quasi accecante. Ho preso e siamo tornati in edicola; mi rivolgo all’edicolante chiedendo: “Non ha una cartolina rimasta dell’estate?”. Lui ha provato a pensare, poi ha accettato il fastidio e si è assentato dietro una tenda per tornare poco dopo con un mazzo di cartoline chiuso da un elastico, esclamando: “Non le tengo neanche fuori”, detta come scusa, “nessuno le chiede”. Anna ne ha comprate ben cinque, felice, quasi tremando. “Una al mese” ha detto, “così arrivo all’estate. E i francobolli?”. Attimo di crisi. “Dal tabaccaio”, ha risposto l’edicolante, “Domani, oggi e’ chiuso”. A proposito sapete quanto costa inviare una cartolina? Non si chiede più dove, ma in che zona, 1, 2 o 3? E il francobollo? Non c’e’ scritto più il costo, ma A, B e capire le tariffe e’un vero e proprio labirinto. Tutto e’ un labirinto se sei fuori dal mondo, se non vivi di cellulare e internet.

GUIDO BIGOTTI

Foto: Guido Bigotti

Bradipo Reporter ritorna lunedì 4 maggio

13 Comments

  1. Guido Reply

    Che dire… Sinceramente non me l’aspettavo. Grazie di cuore a tutti per questi bei pensieri. 🙂

  2. Michele Giorgio Reply

    Bellissimo racconto e scritto molto bene..
    Uno scorzo tra passato e presente sempre più digitale e freddo!
    Complimenti Guido.

  3. Ripamonti Francesco Reply

    Complimenti guido, nn si conosce mai fino in fondo una persona, pur quelle buone come te!! La storia molto bella, e rispecchia ciò che accade oggi….

  4. daniela bigotti Reply

    bravo guido mi hai riportato alla mia infanzia quando mia madre a natale e in estate ci faceva scrivere cartoline di auguri o saluti x i nonni o gli zii grazie e complimenti di nuovo

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