All’Himal-Chuli

di Umberto Scopa wikimedia.org

Un tempo non troppo lontano in cui la terra era un ricco inesauribile giacimento di luoghi misteriosi e inesplorati

C’è stato un tempo non troppo lontano in cui la terra era un ricco inesauribile giacimento di luoghi misteriosi e inesplorati. A questa ricchezza attingeva la fantasia dei letterati e lo spirito di avventura degli esploratori. L’ignoto è da sempre un luogo che dissolve le certezze della civiltà e minaccia di fagocitare chi lo sfida. A questa sfida lo spirito dell’esploratore non si è mai sottratto dalla notte dei tempi. Fortunatamente ogni epoca ha avuto la saggezza dell’impazienza, rinunciando ad attendere che tecnologie future potessero rendere più rassicurante la sfida. Ogni epoca ha sfidato l’ignoto con i mezzi che aveva per poco che fossero, e agli occhi dei posteri la cosa non cessa di stupire. Con questi pensieri ho raccolto le storie alle quali ho prestato la mia voce. Possiamo attraversare queste storie e queste scoperte con l’emozione di chi le ha vissute e raccontate. Questa che propongo oggi è una delle tante. Racconta quello che accadde, giorno per giorno, alla spedizione organizzata dal Mountain Club of Kenya e avventuratasi nel 1955 sull’Himalaia alla vetta dell’Himal-Chuli (7865 metri), fino al suo drammatico epilogo. Le parole che potete ascoltare dalla mia voce sono tratte dal diario di uno dei suoi componenti, R.A. Cauckwell, pubblicate sulla rivista del CAI n.5 e n.6 del 1956.

Per ascoltare il racconto cliccate qui

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