Bradipi Noi Siam

di Redazione

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La nostra piccola comunità riprende il suo cammino, con nuovi compagni di viaggio… 

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Nel 2008 i primi passi, nel 2012 si concretizza l’idea di uno spazio collettivo, a distanza di quattordici anni siamo ancora qui a proporvi in primis la lentezza, senza dimenticare la solidarietà, la sobrietà, e l’ironia. Con noi in questa nuova stagione accogliamo tre nuovi collaboratori – Angela Melis, Laura Morelli, Rino Sciaraffa – e cercheremo di proporvi diverse iniziative. Di seguito potete leggere riflessioni a cura della redazione, di varia natura, per un’altro anno bradipo…

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Adelante!                                                                                                                                   

Ad ogni nuovo inizio, nuovi entusiasmi. Nuovi entusiasmi portano buoni propositi. I buoni propositi vengono sfilacciati dal trascorrere del tempo. Quindi? Ha senso ricominciare? Sì, perché solo nel ricominciare, ciclicamente e testardamente, ritroviamo la pienezza dell’essere. Adelante! (Sara Migliorini)

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La bicicletta

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La bicicletta é il mezzo più straordinario che esista per viaggiare e scoprire i luoghi che incontriamo nei nostri tragitti, assaporandone i profumi e i cogliendone i colori… e da buon bradipo il mio auspicio per il nuovo anno è quello di vedere sempre più mezzi a due ruote nelle nostre strade. (Guido Bigotti)

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Una comunità che ci creda…
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Lunedì 19 settembre avrà inizio la dodicesima stagione del nostro progetto online. Ad ogni inizio stagione è solito elencare le novità e gli obiettivi che s’intendono raggiungere. Evito di annoiarvi con lunghi propositi, lascio a voi di giorno in giorno scoprire le nuove rubriche, le nuove firme, e i cambiamenti grafici che abbiamo apportato al sito.
Non perderemo di vista quelle che sono le nostre parole chiave, allo stesso tempo non possiamo fare finta di nulla, stiamo vivendo un periodo pieno di contraddizioni, di timori per il futuro, e non per ultimo a fine settembre siamo invitati a votare per il rinnovo del parlamento.
Tutto questo non sarà alieno dal nostro raccontare, cercheremo, insieme a voi, di portare alla vostra attenzione storie, riflessioni, pensieri e proposte, su come dal nostro punto di vista, evitare di essere travolti da messaggi spesso contraddittori e privi di analisi profonda e dove l’unica indicazione è quella di una presenza nella società fatta di finta partecipazione e sfrenato consumismo, con una verniciata di sostenibilità che non sposta di un millimetro le vere cause di una società triste e vicino al collasso ambientale.
Faremo tutto questo facendoci guidare dall’ironia, dall’idea che la solidarietà non è un orpello, che la sobrietà è una prassi indispensabile nei rapporti umani e nello stare in questa società.
La lentezza rimane il nostro faro e come recita la frase che abbiamo scelto per questa stagione, essa é indispensabile per evitare che qualcuno rimanga indietro e che qualcuno vada troppo avanti.
Cercheremo di fare tutto questo, anche con il vostro indispensabile aiuto, non solo attraverso il nostro sito, con proposte diversificate, e possibilmente in presenza nei territori dove vivono e operano i nostri collaboratori e redattori, in sinergia con quelle realtà che sentiamo vicine alle nostre sensibilità.
Non vi resta che seguirci quotidianamente e se quello che vi abbiamo prospettato assomiglia ad un sogno utopistico, non vi spaventate, i sogni si possono realizzare, serve solo una comunità che ci creda. (Giuseppe Rissone)

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Il Bradipo, il suo diario e alcuni pensieri sul suo senso

Su un ramo che ancora regge, e magari scricchiola, appeso ad un immenso albero la cui interezza ci sfugge, c’è il nostro piccolo bradipo. Osserva, annusa l’aria che tira, non sempre buona, genera pensieri che forse la società produttiva, quella che deve consumare a ritmo incalzante, reputerebbe per lo più poco utili. Però la società è cosa più grande di qualsiasi cosa voglia rappresentarla nella sua globalità. Ed eccoci. Bradipodiario non ha un progetto preciso rilegato in carta lucida o su power point, non ha una bacchetta che ne indica i punti salienti ad un pubblico silente e attento. Piuttosto ascolta tante cose, soprattutto le sensazioni che lo attraversano. Non sempre ci sono parole per dare una veste visibile a tutte le sensazioni, magari non tutte meritano; però se meritano e se ci sono nel bagaglio delle nostre parole indumenti decorosi per rivestirle, allora questo ramo si arricchisce di nuove foglie e diventa meno spoglio. Le parole hanno un peso, e rallentano le idee volatili che le indossano, trattengono tra noi queste sensazioni; per quanto non so, ma almeno per un poco sì.

Innumerevoli sono i modi di spendere questa strana passeggera esperienza che siamo stati chiamati a vivere, e parlo della nostra vita naturalmente. Bradipodiario è un piccolo ramoscello di quell’immenso albero che dicevo. Oggi più che mai siamo sospesi tra un passato che non ci insegna abbastanza e un futuro incombente di fosche tinte all’orizzonte. L’unica certezza è che il futuro prima o poi arriva sempre come il vento, e personalmente percepisco che siamo sempre meno preparati a coglierne i suoi influssi vitali, sempre meno inclini a farci attraversare in modo morbido, e sempre più inclini invece ad affrontarlo irrigiditi in logiche di socialità senza ritorno, pronte a spezzarsi al primo colpo di vento come una tragedia annunciata, per via di quella loro ingenua vulnerabilità che è nella prova dei fatti ogni giorno. Possiamo scegliere di agitare o rallentare il nostro tenore di vita e questo non renderà più celere o più lento l’avvento del futuro. Ma ognuno deve seguire il suo personale “richiamo della foresta”, non c’è una prescrizione medica obbligatoria, in questo caso non c’è. Il bradipo è una delle diverse innumerevoli creature che hanno tutte legittimità di esistere in questa foresta. Potrebbe assomigliare sempre più a uno zoo, questa foresta, come suggerisce una fastidiosa pulce che si è accasata nel pelo del bradipo, cercando nell’ironia la sua via di sopravvivenza. E questa pulce fa parte del gruppo. In ogni modo il bradipo è un simbolo attorno al quale ha preso ad orbitare un collettivo di autori. È un simbolo vago, naturalmente e forse ad ognuno di noi richiama in mente qualcosa di diverso. Il significato prevalente e immediato è quello della lentezza, che non tutti i lettori comprendono e noi autori forse intendiamo ognuno di noi a modo nostro, differente. A volte pensandoci mi capitava di dubitare anche suo valore assoluto, ma come capita quando si dubita, talora si aprono delle schiarite. È accaduto leggendo un libro che non mi appassionava granché, ma improvvisamente tra le pagine si è rivelata, inattesa, questa perla che vi propongo. Il libro è Proletkult ed è scritto dal collettivo Wu Ming (Ex Luther Blisset, per intenderci). Parlando di un’orchestra – e la società umana, scadente o meno che sia la qualità della musica, può esservi paragonata – un passo del libro pone il lettore davanti al seguente dilemma: immaginiamo che nell’orchestra ci siano musicisti di diversa capacità musicale e non tutti riescono a tenere il tempo; l’orchestra deve suonare adeguandosi al più veloce o al più lento? Ognuno avrà una sua risposta e non c’è una risposta esatta, qualcuno dirà che il più lento deve essere escluso, qualcuno no, ognuna ha i suoi pro e i suoi contro. Chi vuole suonare per conto suo fuori dall’orchestra ha il sacrosanto diritto di farlo, ovviamente, ma tra quelli che vogliono esserci dentro il più lento non può scegliere di andare a tempo col più veloce, mentre il più veloce può andare a tempo, se vuole, col più lento. Chi dei due deve polarizzare su di sé l’orchestra per non avere un’accozzaglia di suoni? Ecco, forse la lentezza ha questo valore, permette di non lasciare indietro nessuno, e chi vuole correre avanti, corra, per conto suo, poi ci racconterà … e forse ne valeva la pena, chi può dirlo? (Umberto Scopa)

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In memoria di M. G.

M. G. non c’è più. Ha segnato un’epoca. Ha rifiutato la guerra. Si è arreso alla Storia, contrassegnandola. Ha applicato l’arte del dialogo che si instaura tra diversi che si riconoscono, non tra nemici. Ha continuato a sognare. Auspicava una ONU dei popoli, una rappresentanza dal basso per le politiche internazionali. Era un sentimentale, amava molto sua moglie.

No, non sono nostalgico. Sono triste. Si è perso lo stampo. La Storia sta ripetendo altri errori. Continuerò a sognare. (Enea Solinas)

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Foto costaricanewtravel.com

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