Uno Spazio Aperto

L’energia per costruire e creare “qualcosa” di innovativo, uno spazio aperto alle diversità.

di Laura Rissone Gli Altri Siamo Noi

“Gli altri siamo noi” prosegue il suo viaggio tra le piccole associazioni e cooperative solidali che operano nella nostra penisola, questo mese – dalla “voce” del consiglio direttivo al completo – Paola Finzi, presidente; Cristina Becchio, vice presidente, Francesca Galeazzi, tesoriere; – vi presentiamo l’Associazione di Promozione Sociale Si Può Fare di Torino.

Qual è stata la “scintilla” che ha portato alla fondazione della vostra associazione e quali sono i suoi fini principali?

La scintilla che ci ha portate a intraprendere il nostro percorso che dura da 9 anni è stata la voglia e l’energia di costruire e creare “qualcosa” di innovativo e particolare che potesse offrire uno spazio aperto alle diversità e accessibile all’altro per potersi sperimentare e mettere in gioco.
La rubrica “gli altri siamo noi” va alla ricerca delle piccole realtà sociali e solidali della penisola, essere “piccoli”  – e quindi con un raggio d’azione in un territorio circoscritto – comporta vantaggi o svantaggi?
Il vantaggio principale è la territorialità e il legame con le persone che la abitano. Questo ci permette di continuare a migliorarci anche grazie al rapporto diretto con le persone.  Uno svantaggio riguarda la difficoltà di farsi conoscere e di “farsi valere” al tavolo dei “grandi”. Un altro svantaggio, contestuale alla situazione attuale però, riguarda la distanza da enti in altre città con cui potrebbero esserci bellissime collaborazioni, ma sicuramente in futuro questo non sarà più un problema.
Quale progetto e/o attività può essere definito il vostro “fiore all’occhiello” e quale sperate di tirar fuori un giorno dal cassetto?
La nostra attività “fiore all’occhiello” è il Progetto di Vita Indipendente attraverso cui sperimentiamo le competenze e le capacità individuali nell’ambito dell’autonomia abitativa, lavorativa e di rete sociale di giovani persone con vulnerabilità promuovendo e tutelando i diritti umani universali, senza differenze, né esclusioni. Il progetto che un domani speriamo di costruire è uno spazio aperto e accessibile a tutti che possa essere un luogo di incontro e ristorazione dove poter promuovere cultura e inclusione.
In base alla vostra esperienza, la vita delle associazioni nel nostro paese è sostenuta oppure ci sono delle difficoltà che ne impediscono la crescita e in alcuni casi la sopravvivenza?
In base alla nostra esperienza la vita delle associazioni nel nostro paese risulta essere molto difficile, in alcuni casi impedendone la potenziale crescita. Difficoltà soprattutto rilevate nell’ambito della raccolta fondi dei “piccoli”, e l’elevata burocraticità necessaria. 
Un altro ostacolo è l’associare gli enti del terzo settore al solo mondo del volontariato e, molto più facilmente, all’assistenzialismo.
Bradipodiario è un progetto che fa della lentezza, della sobrietà, della solidarietà, dell’ironia i suoi punti di riferimento, quali sono i vostri?
Solarità, libertà, accoglienza, accessibilità,  diritti, inclusione, tenacia, creatività
Per terminare l’intervista… poneteci una domanda – vi risponderemo sul blog – e lasciamo uno “spazio bianco” per raccontarci quello che preferite…
La domanda che possiamo porvi è: quando venite ospiti nel nostro programma radio a raccontare con le vostre voci chi c’è dietro Bradipodiario?
La pandemia sanitaria e le conseguenti restrizioni, quanto hanno influito sulle vostre attività, e come siete riusciti a proseguire?
La pandemia sanitaria ha dato una brusca frenata, improvvisa e scioccante, che ha sconvolto la quotidianità degli operatori e dei destinatari.  A causa delle restrizioni, si è dimostrato difficile mantenere attivo un progetto di inclusione. Essendo però un progetto che lavora principalmente sullo sviluppo di autonomie personali, abbiamo avuto la fortuna di poter contare su operatori e volontari giovani e dinamici, che hanno subito avviato percorsi molto personalizzati a distanza (come corsi di cucina, laboratori di fotografia e di radio) e questo ci ha permesso di raggiungere nuovi obiettivi sulla persona all’interno della sua quotidianità e nella sua abitazione.
L’Aps Si Può Fare organizza progetti di vita indipendente, laboratori per l’autonomia e l’autodeterminazione, uno sportello per le persone con fragilità. Destina il tuo 5xmille inserendo nella dichiarazione dei redditi il codice fiscale: 97750730018
⇒ Foto: Si Può Fare ≈ Prossimo Appuntamento: Venerdì 19 marzo

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